Smanettonidelweb.it

L' ANGOLO DEL RISPARMIO => Bambini, e prima infanzia Consigli per gli Acquisti Recensioni e Risparmi: => Discussione aperta da: REDAZIONE SdW il Apr 16, 2025, 04:23 PM

Titolo: Adolescenti e disagio emotivo: come riconoscere i segnali e affrontarli senza pa
Inserito da: REDAZIONE SdW il Apr 16, 2025, 04:23 PM
(https://i.postimg.cc/x8HtcqJg/singapore-649108-1280.jpg)

Adolescenti e disagio emotivo: come riconoscere i segnali e affrontarli senza paura

Aggressività, rabbia, chiusura, silenzi prolungati. Durante l'adolescenza, i figli possono cambiare improvvisamente atteggiamento e i genitori, disorientati, si chiedono come intervenire senza peggiorare la situazione. In un'epoca in cui i social condizionano le emozioni e le relazioni, educare all'ascolto, al rispetto e all'autoregolazione diventa più difficile ma fondamentale.


"L'adolescenza è una fase ad alto rischio, spesso esplosiva" – spiega Rossi – "ma i segnali d'allarme iniziano molto prima, già nei primi anni di vita. È lì che si costruiscono le basi dell'equilibrio emotivo".

Il compito educativo comincia nei primi tre anni di vita, quando il bambino impara a riconoscere i limiti e a dare un nome alle emozioni. "Se non interiorizzano il concetto di rispetto, di regola, e se non sperimentano frustrazioni 'gestibili', difficilmente sapranno affrontare i conflitti e le emozioni forti da adolescenti.

Durante la preadolescenza e l'adolescenza, se emergono comportamenti aggressivi, verbali o fisici, isolamento, provocazioni e sfide continue, è importante non ignorare questi segnali né giustificarli come "normali crisi di crescita". La chiave è non arretrare. "Quando un genitore ha paura di affrontare il figlio, ha già ceduto il suo ruolo educativo. Non bisogna essere autoritari, ma autorevoli e presenti, anche nei momenti più difficili".

L'illusione tossica dei social

Un aspetto centrale nella difficoltà degli adolescenti di oggi è il ruolo dei social network, che diventano spesso uno spazio di autoaffermazione privo di relazione autentica. "Nel mondo virtuale esiste solo il proprio io,l'altro è un accessorio, non un interlocutore. Quando non soddisfa le nostre aspettative, può diventare un bersaglio, come accade nel cyberbullismo."

L'utilizzo eccessivo e non controllato dei social può quindi alimentare narcisismo, isolamento e disconnessione emotiva, portando a situazioni di disagio profondo. "Serve una guida genitoriale, serve il coraggio di dire no e di dare regole chiare sull'uso del telefono, degli account social e delle chat, sin dall'infanzia. Anche se protestano, i ragazzi hanno bisogno di confini chiari".

Genitori: non amici, ma guide credibili

Un errore frequente è confondere l'amicizia con la relazione educativa. "I genitori non devono diventare confidenti dei figli né condividere con loro ansie, insicurezze o problemi sentimentali. Un genitore deve restare un punto di riferimento stabile, non uno 'complice' che si comporta da adolescente".

Per esempio, non è opportuno coinvolgere i figli in dinamiche adulte, raccontare pene d'amore, fare battute inadeguate o uscire insieme in contesti da adulti come discoteche o aperitivi. "La distanza emotiva è necessaria per mantenere la credibilità educativa".

Ugualmente importante è proteggere la privacy del mondo adulto: prestare ai figli lo smartphone o lasciarli curiosare tra le proprie chat è una forma di confusione che mina l'autorevolezza del genitore. "Gli adolescenti testano continuamente la coerenza degli adulti e se non trovano un confine chiaro, si sentono smarriti".


Una regola d'oro: mai abbandonare il campo

"Con un adolescente non si può trattare tutto come una contrattazione, ma non bisogna mai ritirarsi, neanche nei momenti di scontro o incomprensione. Se il figlio sente che il genitore ha gettato la spugna, si sentirà abbandonato, anche se non lo dice".

Essere presenti, anche solo per dire "ci sono", anche quando le porte sembrano chiuse, è il primo passo per aiutarli a ritrovare l'equilibrio. "Serve fermezza, ma anche empatia. Serve ascolto, ma senza perdere di vista il proprio ruolo educativo. L'adolescente ha bisogno di qualcuno che resti saldo, anche nella tempesta".