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Adolescenti e disagio emotivo: come riconoscere i segnali e affrontarli senza paura
Aggressività, rabbia, chiusura, silenzi prolungati. Durante l'adolescenza, i figli possono cambiare improvvisamente atteggiamento e i genitori, disorientati, si chiedono come intervenire senza peggiorare la situazione. In un'epoca in cui i social condizionano le emozioni e le relazioni, educare all'ascolto, al rispetto e all'autoregolazione diventa più difficile ma fondamentale."L'adolescenza è una fase ad alto rischio, spesso esplosiva" – spiega Rossi – "ma i segnali d'allarme iniziano molto prima, già nei primi anni di vita. È lì che si costruiscono le basi dell'equilibrio emotivo".Il compito educativo comincia nei primi tre anni di vita, quando il bambino impara a riconoscere i limiti e a dare un nome alle emozioni. "Se non interiorizzano il concetto di rispetto, di regola, e se non sperimentano frustrazioni 'gestibili', difficilmente sapranno affrontare i conflitti e le emozioni forti da adolescenti.Durante la preadolescenza e l'adolescenza, se emergono comportamenti aggressivi, verbali o fisici, isolamento, provocazioni e sfide continue, è importante non ignorare questi segnali né giustificarli come "normali crisi di crescita". La chiave è non arretrare. "Quando un genitore ha paura di affrontare il figlio, ha già ceduto il suo ruolo educativo. Non bisogna essere autoritari, ma autorevoli e presenti, anche nei momenti più difficili".L'illusione tossica dei social
Un aspetto centrale nella difficoltà degli adolescenti di oggi è il ruolo dei social network, che diventano spesso uno spazio di autoaffermazione privo di relazione autentica. "Nel mondo virtuale esiste solo il proprio io,l'altro è un accessorio, non un interlocutore. Quando non soddisfa le nostre aspettative, può diventare un bersaglio, come accade nel cyberbullismo."L'utilizzo eccessivo e non controllato dei social può quindi alimentare narcisismo, isolamento e disconnessione emotiva, portando a situazioni di disagio profondo. "Serve una guida genitoriale, serve il coraggio di dire no e di dare regole chiare sull'uso del telefono, degli account social e delle chat, sin dall'infanzia. Anche se protestano, i ragazzi hanno bisogno di confini chiari".Genitori: non amici, ma guide credibili
Un errore frequente è confondere l'amicizia con la relazione educativa. "I genitori non devono diventare confidenti dei figli né condividere con loro ansie, insicurezze o problemi sentimentali. Un genitore deve restare un punto di riferimento stabile, non uno 'complice' che si comporta da adolescente".Per esempio, non è opportuno coinvolgere i figli in dinamiche adulte, raccontare pene d'amore, fare battute inadeguate o uscire insieme in contesti da adulti come discoteche o aperitivi. "La distanza emotiva è necessaria per mantenere la credibilità educativa".Ugualmente importante è proteggere la privacy del mondo adulto: prestare ai figli lo smartphone o lasciarli curiosare tra le proprie chat è una forma di confusione che mina l'autorevolezza del genitore. "Gli adolescenti testano continuamente la coerenza degli adulti e se non trovano un confine chiaro, si sentono smarriti".Una regola d'oro: mai abbandonare il campo
"Con un adolescente non si può trattare tutto come una contrattazione, ma non bisogna mai ritirarsi, neanche nei momenti di scontro o incomprensione. Se il figlio sente che il genitore ha gettato la spugna, si sentirà abbandonato, anche se non lo dice".Essere presenti, anche solo per dire "ci sono", anche quando le porte sembrano chiuse, è il primo passo per aiutarli a ritrovare l'equilibrio. "Serve fermezza, ma anche empatia. Serve ascolto, ma senza perdere di vista il proprio ruolo educativo. L'adolescente ha bisogno di qualcuno che resti saldo, anche nella tempesta".